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Risultati

Le attività del Network europeo RENEB nel volume speciale di Radiation Research

La recente guerra in Ucraina ha chiaramente dimostrato l'importanza di essere preparati alla possibilità di un grave evento radiologico o nucleare (RN). In questo contesto, la Dosimetria Retrospettiva, che si avvale di metodiche biologiche e fisiche, rappresenta uno strumento fondamentale per discriminare, attraverso la ricostruzione della dose assorbita di radiazioni, tra le persone esposte, quelle che necessitano di cure mediche urgenti.

Organoidi come modello di studio dell’infiammazione nelle patologie intestinali

Gli organoidi sono uno dei modelli più innovativi in uso nella ricerca biomedica e consentono di ridurre o sostituire l’utilizzo dei modelli animali negli studi pre-clinici. Derivano da cellule staminali pluripotenti o da cellule e tessuti adulti, anche di tipo tumorale, prelevate dai pazienti e, a differenza dei metodi classici di coltura (a 2 dimensioni) si organizzano in una struttura tridimensionale che meglio simula l’architettura dell’organo originale.

La nocciola viterbese: un possibile cibo funzionale?

I cibi funzionali sono alimenti che contengono, oltre ai nutrienti, componenti bioattive con un potenziale effetto positivo sulla salute. Con il lavoro appena pubblicato dal Laboratorio Salute e Ambiente in collaborazione con il Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi è stato aggiunto un nuovo tassello alla caratterizzazione funzionale della nocciola viterbese, dimostrandone la capacità antiossidante.

Sviluppato un nuovo modello di mucosite indotta da radioterapia localizzata alla pelvi, presso il laboratorio Tecnologie Biomediche

Tra le attività di ricerca svolte dal laboratorio di Tecnologie Biomediche (TEB) è previsto lo sviluppo di modelli preclinici utili alla comprensione dei meccanismi che sottintendono a patologie ad elevato impatto sociale ed all’identificazione di terapie innovative.

5G, al via progetto europeo per studiare eventuali effetti sull’uomo

Valutare l’eventuale impatto sulla salute dell’esposizione ai campi elettromagnetici generati dalla tecnologia di telefonia mobile 5G. È questo l’obiettivo del progetto Ue SEAWave, finanziato nell’ambito di Horizon Europe con un budget di oltre 7 milioni di euro e condotto da un consorzio di 16 partner di ricerca, tra cui ENEA.