Nuove terapie antitumorali: le proprietà chimico-fisiche dei nanodiamanti aumentano l'efficacia del trattamento radiante
Aumentata efficacia della radioterapia nel trattamento dei tumori quando in combinazione con nano-particelle di diamante. Risultati di una collaborazione tra la ENEA e l'Università di Torino
La radioterapia, ad oggi, è una delle più importanti modalità non chirurgiche per il trattamento del cancro. Negli ultimi anni la possibilità di utilizzare nano-particelle come agenti radiosensibilizzanti ha destato una crescente attenzione nell’ambiente della ricerca. Mentre gran parte degli studi dell’ultimo decennio si sono focalizzati sull’utilizzo di particelle nanometriche di metallo (oro, platino, ossido di ferro, ecc.), recentemente si stanno esplorando le potenzialità in questo campo delle nanoparticelle di carbonio. In particolare, l’interesse per le nano-particelle di diamante scaturisce dalla loro bassa tossicità, stabilità chimica e dalla possibilità di funzionalizzarne la superficie.
Una collaborazione tra il Laboratorio di Tecnologie Biomediche dell'ENEA ed il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino in un progetto di Dottorato che ha visto coinvolta la Dottoranda Veronica Varzi ha dato il via ad una approfondita caratterizzazione di Nano-Diamanti processati termicamente nel trattamento combinato con radiazioni di differenti energie in un modello cellulare tumorale radioresistente. I risultati di questo studio hanno evidenziato i possibili meccanismi di interazione tra Nano-Diamanti e bersagli biologici sottoposti a irraggiamento. Questa collaborazione ha dimostrato come le proprietà chimiche e fisiche dei Nano-Diamanti, quali terminazioni superficiali, dimensioni e concentrazione in soluzione, influiscano sulla sensibilità delle cellule alle radiazioni e siano cruciali nel determinare l’efficacia del trattamento radiante quando combinate con radiazioni ad alta energia (raggi γ da 1,25 MeV)[1].